La chirurgia protesica mininvasiva del ginocchio e dell’anca
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Che cos’è la chirurgia mininvasiva?
In realtà̀ più che di protesi è più̀ giusto parlare di chirurgia mininvasiva, che deve essere intesa come una filosofia, una attitudine chirurgica volta al risparmio dei tessuti nobili del nostro organismo, cercando di sacrificarli al minimo, utilizzando delle vie di accesso specifiche e delle protesi mininvasive.
Ad esempio, nel caso del ginocchio si possono utilizzare le protesi monocompartimentali (Fig. 1), che sostituiscono il solo compartimento danneggiato, considerando che ce ne sono ben tre e che spesso vengono utilizzate protesi totali anche quando solo uno di questi risulta compromesso. In casi selezionati l’intervento può anche essere eseguito in contemporanea ad entrambe le ginocchia.
Figura 1. Protesi monocompartimentale di ginocchio.
Quali sono i vantaggi della protesi monocompartimentale rispetto alla protesi totale?
Sicuramente riduzione dei tempi chirurgici e delle perdite ematiche, con una probabilità di ricevere trasfusioni di sangue pari allo zero %, recupero funzionale più rapido con possibilità di riprendere la propria autonomia in circa 20 giorni.
Ai miei pazienti faccio sempre l’esempio del gommista: perché devo cambiare 4 gomme se solo 2 sono consumate?
La mininvasività può essere applicata anche alla protesi dell’anca?
Sicuramente si. La stessa filosofia la ritroviamo nell’anca, dove attraverso la via di accesso posterolaterale mininvasiva sacrifichiamo al minimo i muscoli glutei, che vengono solo divaricati; sezioniamo solo un tendine che viene poi reinserito alla sua sede di origine al termine dell’intervento.
Qui non esistono protesi monocompartimentali ma si usano protesi d’anca con steli corti ed a conservazione del collo femorale. Anche qui, in casi selezionati, l’intervento può essere eseguito in contemporanea (Fig. 2)».
Qual è il ruolo della fisioterapia?
Il ruolo della fisioterapia oggigiorno è fondamentale ma troppo spesso sottovalutato. Non si possono fare delle protesi senza un adeguato supporto fisioterapico, perché́ sono i muscoli che ci consentono poi di far muovere le articolazioni e quindi in questo caso le protesi.
Il paziente affetto da una condizione artrosica è un paziente i cui muscoli hanno perso il trofismo, il range articolare è limitato e spesso l’osso è osteoporotico.
Il trattamento riabilitativo dovrebbe partire almeno un mese prima dell’intervento chirurgico e gli obiettivi dovrebbero essere: migliorare il tono muscolare, migliorare il range articolare vincendo le numerose aderenze fibrose che caratterizzano il ginocchio artrosico e rinforzare così l’osso riducendo il grado di “osteoporosi da non uso”.
I nostri pazienti vengono messi in piedi già il giorno stesso dell’intervento, o al massimo la mattina successiva per quelli operati nel pomeriggio.
Il percorso terapeutico prevede un ricovero nel reparto di Ortopedia di 3 giorni ed un trattamento riabilitativo di circa 7-10 giorni presso il reparto di Riabilitazione, accompagnato poi da un percorso ambulatoriale che può durare anche 4 settimane e dipende ovviamente dal caso clinico specifico. Non esiste una fisioterapia standardizzata ma ogni percorso riabilitativo dovrebbe essere personalizzato per ogni paziente.
Per i pazienti più giovani abbiamo attivato il percorso Fast-Track, che prevede il solo ricovero chirurgico, mentre la parte riabilitativa può essere eseguita in regime ambulatoriale od in un centro vicino al proprio domicilio.
Figura 2. Protesi d’anca mininvasiva bilaterale simultanea.