La saga di Harry Potter è diventato uno dei romanzi di formazione più popolari al mondo, così diffuso, conosciuto e amato da aver superato le barriere del tempo in cui ha fatto il proprio debutto sul mercato, ma se non fosse più possibile trovarne una copia?
Non si può negare il valore formativo che ha avuto e che ha ancora tutt’oggi la saga di Harry Potter per gli adolescenti. All’interno di quel mondo fantastico governato da magia e creature mitologiche si nasconde una storia di cruda umanità e accettazione del destino, in cui dei giovani adulti si devono confrontare con la spietatezza del mondo che li circonda, imparando a reagire alle ingiustizie e a ritagliarsi un posto nella società sia attraverso la presa di coscienza che attraverso la costruzione di legami.

Il valore di un simile insegnamento è universale, chiunque attraversi la fase dell’adolescenza si trova a confrontarsi con se stesso e i propri demoni interiori ma anche con il mondo e con la necessità di impararne le regole per sopravviverci. Impossibile dunque pensare che la privazione di un simile testo (come di qualunque altro, il pensiero e la letteratura devono essere liberi) possa anche solo essere pensata, anche perché sarebbe un atto di dittatura culturale.
Il discorso in questo caso però non riguarda tanto l’opera in sé o il valore che può avere, quanto la voglia di lanciare un messaggio politico e sociale. Negli anni l’autrice della saga, JK Rowling, ha espresso posizioni divisive sull’identità di genere, la sessualità e la comunità LGBT, inimicandosi di fatto tutti coloro che ne fanno parte e coloro che parteggiano dalla loro parte rivendicandone diritti e riconoscimento sociale.
Libreria di San Francisco boicotta JK Rowling eliminando dagli scaffali i libri di Harry Potter
A lanciare questo messaggio politico contro l’autrice è stata la libreria queer di San Francisco ‘The Booksmith’, la quale ha annunciato di voler eliminare ogni libro rimanente della saga di Harry Potter dai propri scaffali come segno di dissenso e di lotta politica nei confronti di una donna che si è fatta portavoce di una corrente politica contraria ai loro interessi di minoranza.

Nel messaggio in cui rendono nota la propria posizione, i proprietari della libreria ci tengono a fare sapere che non è un atto di oscurantismo e che anche loro, come tantissimi, sono cresciuti leggendo e amando quei romanzi: “In quanto gruppo di librai queer, anche la nostra adolescenza è stata segnata da maghi ed elfi. Guardateci, è ovvio. Se tu o qualcuno a cui vuoi bene desidera immergersi nel mondo di Harry Potter, vi suggeriamo di farlo acquistando copie usate di quei libri”.
Lo scopo di questa presa di posizione non è dunque quello di impedire alle persone di acquistare e leggere la saga dedicata al maghetto, ma di chiedere appoggio e supporto nella lotta per i propri diritti. A loro avviso, infatti, JK Rowling starebbe usando i guadagni fatti con le vendite per portare avanti una lotta aperta contro la comunità transgender, come dimostra la fondazione dell’associazione Women’s Fund.